Impegno Civico

In questa pagina troverete le persone che hanno dato un contributo positivo alla società e alla comunità che le circonda.

Attilio Calabrese

(1898-1991)

Attilio Calabrese, torricellano d’adozione, è nato a Torino di Sangro nel 1898. Era un contabile e un esperto di discipline economiche. Era sempre in prima fila nella realizzazione di opere pubbliche. L’affissione della targa che ricorda la casa natale di Vincenzo Bellini senior, opera sua, che ha donato il suo terreno per ricostruire la Chiesa di San Rocco.

Il suo capolavoro fu l’iniziativa di costruire una torre in memoria delle vittime civili della guerra, nel punto più alto di Torricella, conosciuta come “la piazzetta”. Fu realizzato dal geometra Nicola D’Orazio di Torricella e inaugurato nel 1961 solo quando furono collocati nell’ossario monumentale i corpi, tra cui i cinque trasferiti dal cimitero di Gessopalena e altri due che erano stati sepolti in aperta campagna in contrada Riga.

Nel 1968 pubblicò Un paese d’Abruzzo: Torricella Peligna (Chieti, Tipografia Moderna)
e nel 1976 Torricella Peligna 1943-44: Ricordi di guerra (Chieti, Tipografia Moderna).

Francesco (Frank) Di Berardino

(1871-1938)

Frank Di Berardino era uno dei più grandi pionieri della emigrazione nello Stato della Pennsylvania. Giunto in USA nel 1887, bastano pochi mesi al giovanotto di Torricella Peligna per ambientarsi e per capire quanto ci sia bisogno di mano d’opera. Crea un’agenzia che ha contatti con le più grandi imprese locali. Gli immigrati italiani, soprattutto abruzzesi, si diressero verso queste imprese fiduciosi nel “sogno americano” che veniva garantito dal loro “paesano” Frank Di Berardino.

Nel periodo tra il 1900 e il 1919 furono migliaia gli immigranti. Di Berardino li inserì soprattutto nelle miniere e nelle ferrovie dove il lavoro era assai duro e rischioso ma garantiva buoni guadagni. Frank li assisteva trovando alloggio e garantendo il pasto. Capisce che quel fiume di denaro che gli italiani guadagnano deve essere protetto ed allora a Filadelfia nasce la Banca Frank Di Berardino che più tardi includerà anche i suoi fratelli Luigi ed Enrico. La banca favorisce la comunicazione dei suoi connazionali con le proprie famiglie e il deposito dei guadagni da inviare in Italia. Così il primo sabato di ogni mese gli immigrati italiani, muovendosi anche da posti lontani, giungono a Filadelfia per depositare il denaro. Successivamente viene aperto uno sportello bancario a Pittsburgh e le attività si estendono nel campo dell’edilizia e dei trasporti. All’occasione Frank si mostra generoso con chi, soprattutto se abruzzese, cade in disgrazia.

Il più grave disastro minerario della storia degli Stati Uniti successe il 6 dicembre 1907 a Monongah, nella Virginia Occidentale. In quella catastrofe muoiono centinaia di minatori, la maggior parte italiani, e molti di questi è stato proprio Frank Di Berardino a farli assumere. Promuoverà una raccolta fondi per gli afflitti e solleciterà uno dei più ricchi americani dell’epoca, Andrew Carnegie, a fare altrettanto. Quando muore la città di Filadelfia gli riserverà ogni tipo di onore.

Alla sua morte, la città di Filadelfia gli ha conferito una serie di onorificenze.

Un estratto dell’articolo di Geremia Mancini: Frank Di Berardino. Il banchiere degli abruzzesi in America (2016). Testo revisionato dalla nipote, Angela Di Berardino.

Giose Di Fabrizio

 

Giose Di Fabrizio di callere, emigrò in Francia negli anni 50 per lavorare nell’edilizia.
Negli anni ’80 promuove l’incontro tra il sindaco di Torricella, Nicola Rotondo, e il sindaco di Annemasse, sua città d’adozione. Ha lavorato molto per il gemellaggio tra le due città, tanto da creare molte occasioni di scambio culturale tra i due cittadini sia in campo amministrativo che scolastico. Nel 1991, ad Annemasse, organizzò un grande concerto invitando i cantanti partecipanti al Concorso lirico che si era svolto a Torricella.
Torna a Torricella ogni estate e delizia la sua famiglia e i suoi compaesani con la sua fisarmonica e la sua voce con le canzoni di Torricella. Nel 2009 ha ricevuto il Premio “Torricellano nel Mondo” insieme a Ugo Minniti. Vedi Chi’ssi dicie? 7.?

Silvio Di Luzio

(1926-2005)

Silvio Di Luzio era un partigiano della Brigata Maiella, e braccio destro del Comandante Ettore Troilo quando entrarono a Bologna dopo una serie di lunghi combattimenti. Nel 1956 calò nella miniera di Marcinelle in fiamme per salvare 3 compagni di lavoro. Lo considerano un eroe nazionale in Belgio, e nel 1957 il Re l’ha conferito la massima onorificenza nazionale, L’ordine del merito di Leopoldo II.

Nel 2002, fu insignito dell’onorificenza di commendatore della Repubblica Italiana dal presidente Carlo Azeglio Ciampi. In una fiction sulla tragedia di Marcinelle andata in onda su Rai Uno nel 2003, gli autori si sono ispirati proprio a Silvio Di Luzio nel dare all’attore Claudio Amendola il ruolo di soccorritore. Quando morì nel 2005, il giornale Il Centro pubblicò tre articoli commemorando la sua vita.

Vincenzo Di Paola

(1836-1918)

Vincenzo Di Paola nacque a Torricella Peligna (Chieti) il 20 ottobre 1836.
Ricevette la sua prima formazione in una scuola privata ispirata ai metodi e agli ideali di Basilio Puoti, fondata e diretta ad Agnone da alcuni giovani sacerdoti liberali: tra questi, Francescantonio Marinelli (il “caro maestro” con cui Vincenzo mantenne un affettuoso rapporto epistolare tra il 1886 e il 1892) e ➙ Ippolito Amicarelli.

Prosegue gli studi a Napoli, laureandosi in Giurisprudenza nel 1857. All’indomani dell’Unità, fu chiamato a insegnare lingua italiana e composizione nella scuola femminile di Campobasso (1864). Nominato professore di letteratura italiana nel liceo Pagano della stessa città nel 1867 (a questo periodo risalgono alcuni discorsi letti in occasione delle feste letterarie che vi si tenevano), il DP ricoprì parallelamente incarichi di insegnamento nei congressi magistrali del Molise, inserendosi nel vivace dibattito dell’epoca sulla questione dell’insegnamento della grammatica, in quanto “non amico della Grammatica, e sostenitore dell’esempio come strumento educativo” (Premessa data dal professor Vincenzo Di Paola alle sue lezioni di lingua nei congressi magistrali, 1870). Ha svolto anche attività didattica come professore di italiano negli istituti tecnici e nella scuola normale maschile del capoluogo molisano.

Approdò poi al prestigioso liceo “Visconti” di Roma cui seguì, negli anni ’80, l’incarico di preside-rettore del collegio “Duni” di Matera e poi di un istituto analogo a L’Aquila. Promosso Provveditore agli studi, il DP prestò servizio ad Ascoli Piceno, Livorno e infine a Bergamo, dove concluse la sua carriera (i ricordi della sua vita trascorsa “quasi tutta nelle e per le scuole”, insieme a scritti poetici e pedagogici, sono raccolti nel volume autobiografico Versi e prose, 1911). Il DP morì a Torricella Peligna nel 1918.

Marziale D’Ulisse

Marziale D’ Ulisse gestisce da anni insieme a sua moglie Angiolina e a su figlio Adamo il Bar Penna Nera. Si è distinto nell’impegno civile, nel lavoro, nella inesauribile simpatia e amore per il proprio paese. Insieme ai suoi amici alpini della sezione torricellana è andato a portare aiuto e soccorso alle vittime dell’alluvione in Piemonte nel 1994, ai terremotati di San Giuliano di Puglia nel 2002, ai terremotati de L’Aquila nel 2009 e in altri luoghi. San Giuliano di Puglia nel 2002, ai terremotati de L’Aquila nel 2009 e in molte altre occasioni recandosi nell’ex Jugoslavia per aiutare le popolazioni del Kosovo.
Se si pensa alle canzoni torricellane quelle antiche e dialettali, non si può fare a meno di menzionare Marziale. Nel 2016 gli è stato conferito il Premio di “Torricellano nel Mondo”. Vedi Chi’ssi dicie? 35.

Ugo Minniti

(1929-2009)

Angelo Ugo “Ughetto” Minniti De Simeonibus era uno chirurgo e primario nel riparto ortopedico dell’Ospedale San Giovanni di Roma. Era pure il co-autore degli articoli nelle riviste di ricerca medica.

Nei reparti dell’ospedale tutti sapevano che era arrivato da Torricella perché i colleghi lo sentivano parlare in stretto dialetto abruzzese.

Sua madre gli aveva intimato benevolmente che mai avrebbe dovuto accettare un pagamento dai suoi pazienti torricellani, e lui questo lo ha sempre mantenuto. Nel 2009 ha ricevuto il premio “Torricellano nel Mondo” insieme a Giose Di Fabrizio.

Michele Persichetti

(1866-1950)

Esercitava la professione di medico con abnegazione e ammirevole sacrificio. Per molti anni Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Chieti. È stato più volte riconfermato in quella posizione grazie alle sue qualità di amministratore onesto e saggio degli interessi pubblici.

Esercito’ la professione di medico con spirito di abnegazione e ammirevole sacrificio. Fu per molti anni presidente dell’amministrazione provinciale di Chieti. E’ stato riconfermato piu’ volte nell’alta carica, per i suoi meriti e per le sue doti di integerrimo e saggio amministratore della cosa pubblica.

Antonio Piccoli

Antonio Piccoli di maone, è nato a Torricella Peligna, e si è laureato in geologia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Esprime un profondissimo amore per Torricella. Nel 1969 all’età di 20 anni, insieme ad altri giovani di Torricella, iniziò il giornale “La Rondine”. Poi, nel 1988 in collaborazione con altri pubblicò il primo numero di “Amici di Torricella”, e nel 2009 dedicò i suoi sforzi ad ancora un nuovo giornale “Chi’ssi dice”, edito su questo sito. Pubblicò 37 numeri del giornale, l’ultimo il 4 novembre 2017. Successivamente traslocò la sua creatura su Facebook, creando una pagina intitolata inizialmente Chi’ssi dicie? e poi Ariccunde, ariccunde.

Nel 2019 gli è stato conferito il Premio di “Torricellano nel Mondo”.

Marziale Piccoli

 

Marziale Piccoli, ancora molto giovane, è emigrato prima in Svizzera e poi a Montreal. Era incerto, disorientato dal modo di vivere della grande città, però era anche determinato e pieno di speranze. Ha dovuto imparare una nuova lingua ed adattarsi a nuovi modi di vita in un mondo chiuso, arrampicatore e diffidente che dava agli italiani solo i lavori rifiutati dagli altri. Con la sua intelligenza ha saputo mettere a frutto le sue conoscenze e capacità di meccanico ed è riuscito a mettere su grandi officine e dare lavoro a diverse persone. Grazie alla sua serietà, al suo attaccamento al lavoro e alla sua intraprendenza, gli è stata data una delle concessionarie di marche automobilisti più prestigiose del mondo.
La sua emigrazione non era un biglietto di sola andata. Rimane molto legato a Torricella e torna spesso. Ha investito nel territorio facendo costruire per la sua famiglia una villetta nei pressi della pineta e rilevando diverse aziende agricole abbandonate, riportandole a fruttuosa coltivazione con prodotti tipici locali. Ha dimostrato la sua generosità dando contributi tangibili alla chiesa, a diversi enti pubblici ed associazioni presenti nel territorio.

Perciò, nel 2018 gli è stato conferito il Premio di “Torricellano nel Mondo”.

Antonio Porreca

(1880-1953)

Antonio Porreca, era un commerciante di ferramenta. All’inizio degli anni venti, ideò e realizzò la Pineta sulla parte più alta del Monte Calvario, sopra Le Piane. Dedicò molte energie per l’impianto dei pini, degli abeti e delle tuie. Da allora quest’area verde è diventata il simbolo del paese. Nel 2005 la pineta comunale fu intitolata ad Antonio Porreca.