Luoghi da vedere a Torricella

Esplora i vari luoghi, edifici e monumenti di Torricella Peligna e scopri la loro storia e il loro significato.

Chiesa Maggiore di S. Giacomo Apostolo

 

Costruito intorno all’anno 1.000. All’interno si possono ammirare calici e ostensori d’argento del 1700 e, nella navata, un dipinto di San Giacomo Apostolo del Tilli, allievo del grande artista abruzzese Francesco Paolo Michetti.

Nel 2011 Antonio Di Renzo ha pubblicato un libro sulla storia della chiesa intitolato La Chiesa di San Giacomo, resoconto storico dal XII secolo al XIX secolo sulla Chiesa Madre di Torricella (Quaderni – Rivista Abruzzese).

Chiesa della Madonna delle Rose (Madonna of theRoses)

 

Alla periferia di Torricella. Santuario costruito nel 1552 e meta di pellegrinaggi il lunedì dopo Pasqua (festa in Italia) e l’ultimo sabato di maggio. All’interno sono conservati un meraviglioso quadro di Cristo crocifisso e la statuetta della Madonna con Gesù Bambino definita miracolosa dai pellegrini.

Chiesa di Sant’Antonio

 

Situato nel quartiere di Sant’Antonio. Durante la guerra, i tedeschi distrussero la piccola chiesa. La statua di Sant’Antonio si trovava in una nicchia rimasta miracolosamente intatta. Il muratore Antonio Fedele, il Biondo, fu incaricato di ricostruire la chiesa e la terminò nel 1960. Ci sono 4 vetrate artistiche, raffiguranti gli evangelisti, e una vetrata posta in alto dietro l’altare, con simbologia pane e vino, realizzate tutte dall’artista Federico Tamburi. Ci sono altre 2 vetrate, da tempo realizzate, poste ai lati dell’altare, raffiguranti la Madonna col Bambino e il Santo col Bambino.

Chiesetta degli Alpini

 

Si trova all’interno del Paese nei pressi della Pineta. La costruzione della Chiesetta fu ideata dal Gruppo Alpini di Torricella nell’anno 1984. Il Sindaco dell’epoca, Ing. Mario Martinelli, si interessò al progetto ed insieme ad un Assessore Regionale ottenne dalla Regione un contributo che permise l’inizio dell’opera. Nell’anno 1988 il Comune di Torricella concesse l’area per l’edificazione che inizio nel 1989. Con i fondi a disposizione un’Impresa fu incaricata di iniziare i lavori, ma la costruzione fu completata nel 2000 con la partecipazione volontaria degli stessi Alpini. Oltre alla Chiesetta in superficie fu costruita, al di sotto, la Sede Sociale degli Alpini. La Signora Argia di Prinzio, una bravissima pittrice, è stata invitata ad affrescare le pareti. L’inaugurazione avvenne nel luglio del 2000 e per l’occasione ci fu il raduno regionale degli Alpini con la presenza del Presidente, Maresciallo Capannoli. L’attuale Presidente del Gruppo Alpini di Torricella è Marziale D’Ulisse (il gestore del Bar “Penna Nera”).

Chiesa di San Camillo

 

La chiesa fu progettata, costruita, arredata e finanziata dal sacerdote don Vincenzo Piccone e dalla sua famiglia nel 1855. La famiglia si sedeva sul balcone, dietro una grata di legno, che collegava la casa adiacente di don Vincenzo alla chiesa, mentre don Vincenzo diceva la Messa. Ora è aperto in occasioni speciali.

Ulteriori informazioni.

Pineta

 

La Pineta è situata su una grande collina con una vista panoramica che guarda verso Torricella e la Maiella. Nel 1922 è sorta sopra una collina arida e rimboschita per volere di Antonio Porreca (1880-1953), commerciante di ferramenta di Torricella. Oltre a progettare la Pineta, dedicò molto per l’arricchimento dei pini, degli abeti, delle tuie. Per l’inaugurazione atterò nei pressi il grande aviatore torricellano Luigi Mancini.

 

Presto la Pineta è divenuta uno dei simboli di Torricella. Il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale si trova nel centro del parco, un obelisco in pietra bianca, con una scultura bronzea e un elenco di quelli che sono caduti nella guerra. Nel 2005 la Pineta è stata intitolata ad Antonio Porreca. In più, una via adiacente alla Pineta è stata intitolata alla guardia municipale Luigi Di Iorio, custode fedele del parco. Nel 2022 la Pineta ha compiuto 100 anni con un programma trasmesso in vivo. .

Stele ai Caduti di Tutte le Guerre

 

Il Monumento si trova al termine di una scalinata all’entrata della Pineta. È una stele che s’innalza su un cubo di marmo sormontata da una Vittoria Alata. L’opera è dell’Arch. Lucci di Pennadomo, e la recinzione del basamento in ferro battuto venne eseguita su disegno di Nicola Piccone di Torricella. È uno dei primi monumenti eretti in Abruzzo (1922) per ricordare i caduti delle guerre, i 150 morti nella prima guerra mondiale ai quali si aggiunsero poi un centinaio morti in Albania e in Russia durante la seconda guerra mondiale.

Fra il 2019 e 2022 è stato restaurato da Innova Concrete insieme con la Torre di Torricella. Innova Concrete ha scelto soltanto 7 altri progetti di restaurazione fra 200 candidati in tutta Europa. Durante un convegno a Roma, il relatore Fabio Curioni ha spiegato:

La scelta è caduta sui monumenti di Torricella perché essi rappresentano due veri monumenti della Memoria. Il Monumento ai Caduti è di pregio. Si tratta di un cubo rivestito di marmo con i nomi dei caduti in guerra su cui si innalza un obelisco in cemento che porta un angelo, anch’esso in cemento. L’angelo scrive i nomi su un albo d’oro e nel contempo con un piede blocca un serpente che vorrebbe divincolarsi, allegoria del potere asburgico sconfitto nella 1° guerra mondiale. L’insieme di monumento e parco è imponente e maestoso ed è diventato il luogo di aggregazione e di commemorazione.

Maggiori informazioni e l’elenco dei caduti sono disponibili sul sito web pietradellamemoria.it.

Monumento a Padre Pio

 

Un monumento con una bella statua a Padre Pio, situato all’uscita del paese, sulla strada che porta a Colle Zingaro. E’ stato inaugurato il 10 agosto 2004. Nello stesso giorno nel 1910, Francesco Forgione venne ordinato sacerdote nel Duomo di Benevento e divenne Padre Pio.

Maggiori informazioni in inglese.

Maggiori informazioni in italiano.

Torre ai Caduti Civili della Seconda Guerra Mondiale

 

La Torre è ubicata nel punto più alto di Torricella, detto la “piazzetta”, dietro la Chiesa Maggiore di San Giacomo Apostolo. Ricorda il sacrificio delle 110 vittime civili morte durante l’occupazione tedesca nella seconda guerra mondiale. Sulle lastre di marmo fissate ai lati della base della Torre ci sono incisi i nomi di queste vittime.

 

La costruzione della Torre fu un’iniziativa promossa da Attilio Calabrese, progettata dall’ing. Walter Sibona e realizzata dal geometra Nicola D’Orazio, nativo di Torricella. È stata inaugurata il 3 settembre 1961. È stata costruita sul monte roccioso delle Coste dove prima della guerra vi era un palazzo ed era densamente popolato. È una torre piramidale tronca alta 20 metri, con basamento in pietra e recintata da una ringhiera artisticamente lavorata. La forma di questa Torre è particolarmente originale perché è simile a un faro. Come un faro che illumina durante la notte, la luce della Torre ricorda la strage di vittime civili. Tramite una scala dentro la Torre, si può accedere al belvedere per avere in premio un vastissimo panorama dalla Maiella al mare Adriatico.

 

Fra il 2019 e 2022 la Torre e il Monumento ai Caduti sono stati restaurati da Innova Concrete. Innova Concrete ha scelto soltanto 7 altri progetti di restaurazione fra 200 candidati in tutta Europa. Durante un convegno a Roma, il relatore Fabio Curioni ha spiegato: La scelta è caduta sui monumenti di Torricella perché essi rappresentano due veri monumenti della Memoria.

I monumenti di Torricella sono stati scelti perché rappresentano due autentici monumenti della Memoria.

Un tour virtuale della Torre è disponibile quiper gentile concessione di Innova Concrete.

 

Monumento Ossario alle Vittime Civili della Guerra 1943-1945

 

Il monumento ossario si trova in fondo al primo viale a sinistra nel cimitero di Torricella. Il monumento ossario e la Torre ai Caduti Civili sono stati ideati e realizzati da Attilio Calabrese e il parroco Don Francesco Di Pasqua con l’ausilio dell’amministrazione comunale e tanti cittadini torricellani. È stato inaugurato la prima domenica del settembre 1962, un anno dopo l’inaugurazione della Torre ai Caduti Civili. Raccoglie i resti delle 103 vittime civili già sotterrate a Torricella insieme con i resti di 5 vittime civili torricellane sotterrate nel cimitero di Gessopalena e due sotterrate in aperta campagna in contrada Riga.

Il monumento in marmo scuro è composto da una grande croce, la quale è incorniciata da due colonne verticali di marmo in cui sono riportati i nomi delle vittime ed una sopra orizzontale riportante: Alle vittime civili della Guerra 1943-1945, Resurrecturi quiescimus (Riposiamo nella risurrezione).

 

Monumento all’Alpino d’Abruzzo

 

In cima al Colle dell’Irco, a 1100 metri sul livello del mare troneggia il Monumento all’Alpino, in memoria dei valorosi alpini d’Abruzzo. Il Monumento, dista da Torricella circa tre chilometri, fu realizzato con rudimentali massi di pietra ed è sovrastato da un’aquila in ferro battuto che, in volo, con i suoi possenti artigli, ghermisce una mitragliatrice con l’intento di fermare la furia devastatrice dell’arma, affinché non si versi più sangue sui monti e nelle valli d’Abruzzo. Sulla facciata c’è un cappello da alpino in ferro battuto e sui lati due cannoni, anch’essi in ferro. Il lavoro è stato artisticamente costruito dai fratelli Di Prinzio di Guardiagrele.

 

Il Monumento fu inaugurato il 14 settembre 1967 alla presenza dell’allora Ministro Spagnoli, ex ufficiale degli Alpini e combattente della prima e seconda guerra mondiale, e di altre autorità civili, militari e religiose. Il Monumento fu voluto dal gruppo Alpini di Torricella Peligna, all’epoca rappresentato dal compianto D’Ulisse Nicola soprannominato “Penna Nera”.

 

Dal libro Tesori di Torricella di Salvatore Copertino (Sigraf Edizione, 2012).

Monumento all’Ambiente

 

Realizzato nel 1990 dall’Arch. De Biasi. Si trova nel quartiere S. Antonio, in un’area dietro il Poliambulatorio. E’ costituito da due sedie stilizzate in marmo bianco di Carrara che guardano una porta in marmo grigio. Essa si apre verso la maestosità della Majella che rappresenta il nostro incontaminato ambiente. Molto suggestivo sedersi sulle sedie la mattina presto ed al tramonto con il sole che scompare dietro Monte Amaro.

Statua di Vincenzo Bellini

 

 

In fondo Corso Umberto I, vicino alla Pineta.

Vincenzo Bellini Senior è nato a Torricella Peligna da Rosario Bellini e Francesca Mancini. È importante notare che il nome Vincenzo deriva da un santo venerato dai torricellani, San Vincenzo Ferreri. Vincenzo Bellini senior era un musicista vissuto nel XVIII secolo, noto per i suoi oratori (composizioni per voci e orchestra che raccontano una storia sacra) e le messe patronali. Trasmise la sua passione per la musica al glorioso nipote Vincenzo Bellini, genio musicale di fama universale, nato a Catania il 3 novembre 1801 e morto a Puteaux, vicino a Parigi, il 23 settembre 1835.

Casa Natale di Vincenzo Bellini, Senior

 

In questa casa l’11 maggio 1744 nacque Vincenzo Bellini Senior, maestro ed autore di opere musicali morto a Catania l’8 giugno 1829. La casa si trova su Corso Umberto I vicino alla Chiesa di San Giacomo Apostolo e la farmacia.

 

“Sono fuori di me per dolore. E’ morto il mio caro nonno a cui ho dei più alti obblighi per avermi per tanti anni ritirato in sua casa ove ho appreso la maggior parte dei musicali dogmi.”

– Vincenzo Bellini, Junior

Casa Avita della Famiglia D’Amico

 

 

In questa casa avita su Via Roma e vicino alla Chiesa di San Giacamo nacque Domenico D’Amico (1819-1901), maestro d’arte. Lasciò numerose testimonianze del suo operare in Roma dove promosse e incoraggiò la presenza degli artisti abruzzesi.

In 1991 il Comune di Torricella Peligna e l’Associazione Amici di Torricella posero una lapide in suo ricordo e dei suoi discendenti, Silvio D’Amico (1887-1955), rinnovatore del teatro italiano e fondatore dell’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, e Fedele D’Amico (1912-1990), insigne musicologo e marito della famosa sceneggiatrice, Suso Cechi D’Amico.

Il monumento dell’AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue)

 

Il 20 di novembre 2005 è stato inaugurato il monumento, Si trova accanto al Municipio nell’area dove c’era un giardinetto con la fontanella. Il progetto è stato ideato da Elio Garis, un artista di Cuneo, sposato con Rita Carapella di Torricella. Lui ha forgiato una statua in bronzo, il corpo centrale del monumento

La statua raffigura una ragazza che metaforicamente è la vita, quella che il donatore di sangue dona agli altri. Sul fianco del monumento c’è una scritta che ricorda Don Ignazio Cocco, il fondatore della sezione.

La sezione Avis è sicuramente un vanto per Torricella. Un paese con così pochi abitanti conta innumerevoli donatori.

Juvanum

 

Juvanum (Iuvanum), ricco di meraviglie storiche, è il sito archeologico più importante della provincia di Chieti. Si trova lungo la strada che da Torricella Peligna porta a Montenerodomo. Il sito e il museo sono aperti al pubblico. Durante la visita a piedi del sito, si incontrano templi di epoche diverse, una basilica, un foro e un teatro.

 

Il sito fu abitato a partire dall’Età del Bronzo. Il primo insediamento si trovava presso una sorgente dove i pastori in transumanza abbeveravano le loro greggi. Era uno dei più importanti insediamenti romani in Abruzzo, un municipio che comprendeva le città di Montenerodomo, Torricella Peligna, Taranta Peligna, Palena e Gessopalena. La città romana fu attiva fino al IX secolo. In seguito, la popolazione diminuì a causa della costruzione di centri in grado di difendersi dalle incursioni. Nacquero così i castelli di Torricella Peligna e Montenerodomo. La città romana fu sostituita da case pastorali. Fino alla seconda metà del XX secolo, la città romana era caduta nell’oblio. L’erba l’aveva completamente ricoperta. Il sito è stato riscoperto negli anni Novanta.

Fonte: Wikipedia

La Morgia

Maestoso masso calcareo di panoramica bellezza, si erge fra Gessopalena e Torricella Peligna.

Maestoso masso calcareo di panoramica bellezza, si erge fra Gessopalena e Torricella Peligna. Ad essa sono legate varie antiche leggende, come quella di Ercole (cristianizzato in Sansone) che vi lasciò l’impronta del proprio ginocchio. E’ stata deturpata dopo l’ultima guerra in conseguenza dell’attività estrattiva di una cava. Nel 1997 questa “ferita” inferta dall’uomo è stata “guarita” da un artista greco, Costas Varotsos con un’opera in vetro alta circa 11 metri e larga 20.

Monumento ai Martiri di Sant’Agata

 

Nel dicembre del 1943 alcuni gruppi famigliari di Torricella Peligna si erano rifugiati nella frazione di Santa Giusta. Dopo qualche scaramuccia con i tedeschi, abbandonarono in massa S. Giusta e occuparono alcune masserie abbandonate di S. Agata, frazione di Gessopalena. La mattina del 21 gennaio 1944 i tedeschi li presero, li ammucchiarono in un locale e li ammazzarono quasi tutti: 43 persone. Si salvarono una ragazzina sedicenne, Nicoletta Di Luzio, e il suo fratellino Antonio di 10 anni.

Fallascoso –

Chiesa di San Nicola di Bari

Questa chiesa ricostruita si trova nella frazione di Fallascoso sotto il Palazzo Ducale. Al suo interno si conservano le reliquie di San Rinaldo Eremita, patrono di Fallascoso ed uno stendardo ricamato a mano raffigurante il Santo. Quest’ultimo fu donato ai cittadini di Fallascoso nel 1911 da 13 ex-residenti della frazione che vivevano ad Ardmore in Pennsylvania. I loro nomi sono elencati sullo striscione.

 

Santuario di San Rinaldo

Una piccola cappella vicino al campo sportivo di Fallascoso, proprio di fronte alla “grotta” (un’apertura nella roccia) dove si dice abbia vissuto San Rinaldo. Sopra la scogliera rocciosa si trova una piccola campana che sembra essere il campanile della cappella. Il Santuario fu anche un eremo utilizzato come tappa da Pietro da Morrone, il monaco della Maiella che divenne papa Celestino V.

Fontana delle Rose

 

La Fontana delle Rose, semplice costruzione, immersa in piena campagna a ridosso di un ombreggiato fossato, raccoglie le acque sorgive che vengono convogliate nei lavatoi pubblici, impianti destinati alla lavatura a mano degli indumenti. Costruita nel 1862, per volontà dall’allora Sindaco Persichetti Camillo, dista 2 km dal paese.

Per le donne di Torricella, nel passato, la Fontana delle Rose rappresentava non solo una sorgente dalle acque limpide fresche ed abbondanti, ma anche un luogo d’incontro e d’aggregazione, dove poter commentare gli ultimi avvenimenti del paese.

La fontana era frequentissima, specialmente, quando, in primavera, la strada di campagna che vi ci conduce diventava un via vai di donne con in testa cesti ricolmi di biancheria, sottoposta precedentemente al tradizionale lavaggio con la cenere (la culate). Dopo il naturale candeggio gli indumenti avevano bisogna di un copioso risciacquo in acque limpide e abbondanti che solo La Fontana delle Rose poteva offrire. La biancheria, così trattata, si arricchiva del bianco candore e del profumo della natura.

La biancheria, così trattata, si arricchiva del bianco candore e del profumo della natura. Lo sciabordio degli indumenti nelle limpide acque e lo stormire del fitto fogliame mosso dal vento, andavano a fondersi con il canto delle donne che, in coro, intonavano le più belle melodie paesane.

di Fabrizio Copertino

La Fonte delle Sese (Seno)

Nei pressi del tratturo e la Chiesa di Sant’Agata a Colle Zingaro

Conosciuta anche come la Fonte di Sant’Agata, che fu martirizzata con il taglio del seno. Quantunque la sorgente non sia particolarmente abbondante e la costruzione, realizzata nel XIX secolo, di modesta fattura architettonica, la Fontana delle Sese in passato ha costituito un luogo assiduamente frequentato dalle madri del circondario. Si riteneva che l’acqua di questa sorgente avesse proprieta’ galattoforo ossia di favorire ed accrescere la secrezione lattea nelle puerpere. Pertanto le donne erano solite bagnarsi i seni con l’acqua e fare offerte votive, in particolare pezzi di pane buttati direttamente in acqua.

Fontana Delle Coste

 

Lungo la strada comunale Fontana Delle Coste. La fonte venne realizzata alla fine del XVIII th secolo per convogliare le acque sorgive delle Coste, una zona di Torricella Peligna. Presenta decorazioni con cornici classiche e pietre scolpite a rosetta. Il lavatoio fu aggiunto negli anni Trenta del Novecento.

Museo

La città conserva un’interessante collezione di oggetti archeologici rinvenuti nella zona di JUVANUM. Nel museo, in una teca di vetro e climatizzata, si trova una mummia del XVIII secolo, ritrovata sotto la chiesa parrocchiale durante i lavori di restauro.

Un articolo sulla “mummia” in inglese.

Un articolo sulla “Mummia” in italiano.